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Il confetto piccolo dolce di origine mediterranea, è costituito
da un nucleo, chiamato anima, e da una cristallizzazione di zucchero.
Le prime testimonianze sull'uso dei confetti nei festeggiamenti delle
nascite e dei matrimoni, risalgono al 447 a.c. presso la ricca famiglia
romana dei Fabi.
Dal 1500 in poi i confetti divennero la conclusione ideale di ogni grande
pranzo per il loro alto prestigio e costo.
Alla conoscenza di tale prodotto contribuirono i grandi nomi della letteratura
sia antica che contemporanea e, fra i tanti citiamo Leopardi, Carducci,
Verga e Pascoli.
Assai viva è tuttora l'usanza di gettare confettini argentati e
riso, da parte degli invitati, sugli sposi al termine della cerimonia
quando escono dalla chiesa.
La tradizione vuole che il colore dei confetti sia bianco.
Ma nessuno vieta di scegliere il colore in base all'abito della sposa,
accostandosi a tonalità ecrù o pastello.
Durante la cerimonia, tradizione vuole che la sposa distribuisca confetti
agli invitati con un cucchiaio d'argento.
Lo sposo sarà al suo seguito e si occuperà di aiutarla portando
i confetti un una ciotola, anch'essa d'argento.
Il numero dei confetti, sia di quelli contenuti nelle bomboniere che di
quelli distribuiti dallo sposo, è sempre dispari.
Il numero pari, secondo credenze popolari, costituisce un cattivo augurio
per gli sposi destinati a rimanere senza prole.
Quindi Inserite nelle bomboniere un numero dispari di confetti:
tre cinque o anche solo uno.
Potete far confezionare in confetti in modo da ottenere un piccolo fiore.
I confetti hanno colori diversi secondo le occasioni in cui vengono offerti:Rosa
e celeste per le nascite, il verde per i fidanzamenti, il rosso per le
lauree, il giallo per il secondo "si" l'argento e l'oro per
il 25 e 50 anni di matrimonio.
Oggi si può optare anche per i confetti "firmati"
o intrecciati, con l'incisione colorata del nome degli sposi.
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